APRASSIA IDEATIVA


Mentre il paziente affetto da aprassia ideomotoria, sottoposto a compiti di imitazione di gesti e movimenti, sa cosa deve fare ma non sa come fare, e cioè non riesce ad elaborare il progetto d'azione o piano motorio, il paziente affetto da aprassia ideativa non riesce a rappresentarsi mentalmente il movimento da compiere e cioè non sa cosa fare.

Solitamente i compiti utilizzati nello studio di questa sindrome richiedono l'uso di uno o più oggetti.

Modello teorico e sede lesionale

Un recente modello teorico prevede l'esistenza di un sistema in cui si trovano i programmi motori dei gesti relativi all'uso degli oggetti ben distinto dal sistema delle conoscenze cognitive degli stessi oggetti e cioè la memoria semantica propriamente detta.

Secondo tale modello i programmi motori dei gesti possono essere attivati attraverso tre vie:

-     Una via diretta, per cui l'input percettivo attiva direttamente il programma motorio.

-     Una seconda via, che passa attraverso un sistema in cui risiedono le conoscenze strutturali dell'oggetto.

-     Una terza via che passa attraverso l'attivazione della rappresentazione semantica dell'oggetto.

Ciò spiega la dissociazione in alcuni pazienti tra capacità di riconoscimento degli oggetti e capacità di mimarne l’uso e viceversa. Un paziente agnosico visivo ad esempio, non riusciva a denominare gli oggetti e a fare accoppiamenti semantici nonostante che riuscisse a mimarne l’uso. In questo caso ad essere preclusa sarebbe la via che passa attraverso la rappresentazione semantica ed il programma motorio verrebbe attivato attraverso la seconda via.

Si ritiene che la sede lesionale dell’AI si trovi a livello del punto di incontro parieto-temporo-occipitale.

 

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