Linguaggio - Tappe Evolutive
Lo sviluppo normale del linguaggio passa per 3 fasi:
1) Prelinguaggio
Il prelinguaggio va dalla nascita ai 12-18 mesi. All’inizio l’attività fonatoria è costituita da grida il cui significato è quello di segnalare la presenza di un disagio o bisogno fisiologico; in seguito si stabiliscono delle preforme comunicative tra neonato e ambiente; dipendentemente dalle risposte della madre le grida assumono sempre più significati, come la rabbia, il piacere e l’impazienza.
A circa un mese compare la lallazione e cioè l’emissione di un’ampia gamma di suoni in reazione ad eventi non specifici. A 6-8 mesi compare l’ecolalia in cui il bambino risponde alle parole dell’adulto con una specie di melodia relativamente continua e omogenea costituite da un gran numero di suoni che col tempo si restringe ai suoni consonantici e vocali.
2) Piccolo linguaggio
Il piccolo linguaggio va da 10 mesi a 3 anni; le prime parole compaiono nella fase dell’ecolalia e il vocabolario si arricchisce sempre di più; il significato delle parole è legato a oggetti o situazioni ed è quello datogli dagli adulti. Prima dei 18 mesi il linguaggio accompagna sempre l’azione e non si sostituisce ad essa. Verso i 18 mesi compaiono le prime frasi e cioè combinazioni di 2 parole e compare la negazione. Progressivamente alla negazione si aggiunge l’affermazione e l’interrogazione.
3) Linguaggio
Va dai 3 anni in poi; è la fase caratterizzata da un arricchimento del vocabolario e della sintassi. All’inizio il bambino presenta un’attività verbale libera costituita da una grammatica basata sulle acquisizioni della fase precedente e una verbalizzazione imitativa in cui viene ripetuto il modello adulto. Il linguaggio assume sempre più la sua funzione simbolica e cioè di sostituto dell’esperienza diretta divenendo, accanto ad essa, un ulteriore importante strumento di conoscenza.
Disturbi del linguaggio nel bambino
I più frequenti disturbi del linguaggio nell’infanzia riguardano sia il linguaggio parlato che scritto e letto; il normale sviluppo del linguaggio è determinato sia dallo sviluppo neurofisiologico che dalla dimensione psicoaffettiva e quindi dalle relazioni interpersonali.
In termini psicodinamici lo sviluppo della capacità simbolica consente al bambino di passare da un tipo di comunicazione basato sull’esperienza attuale a un tipo di comunicazione basato anche su ciò che è assente sul piano percettivo; secondo la Klein lo sviluppo della capacità simbolica implica una perdita preliminare e la tolleranza per questa perdita; grazie al simbolo l’assenza diviene tollerabile.