AFASIE

CLINICA E BASI NEUROLOGICHE


L'afasia è un disturbo della comunicazione verbale conseguente ad una lesione cerebrale focale che compromette una o più componenti dei processi di comprensione e produzione del linguaggio.

Tale lesione non è congenita e non è attribuibile a fattori peri e post-natali ed interessa persone che avevano acquisito una competenza linguistica e comunicativa adeguata alla loro età e al loro ambiente socio-culturale.

Le lesioni possono essere determinate da traumi di varia origine, come lesioni vascolari, malattie degenerative e neoplasie. Le lesioni interessano quasi sempre le regioni perisilviane dell'emisfero sinistro.

L'afasia non compromette il processo globale di comunicazione ma solamente la sua componente linguistica, i pazienti cioè possono utilizzare i sistemi di comunicazione non verbale, come le espressioni facciali, la gestualità e l'intonazione della voce sia per comunicare che per interpretare i messaggi verbali. Essi inoltre di solito rispettano la regola dell'alternanza dei ruoli di parlante e ascoltatore, tranne che in rari casi in cui si rileva il fenomeno della presenza verbale.

L'afasia interessa i processi centrali di elaborazione linguistica e consiste nella difficoltà ad elaborare il senso di un messaggio ricevuto o a tradurre un'intenzione comunicativa in un messaggio verbale; essa non riguarda i processi periferici articolatori, fonatori e percettivi né tanto meno i sistemi di controllo e di pensiero.

- PRESENZA VERBALE

Il fenomeno della presenza verbale consiste in una produzione linguistica abbondante anche in situazioni inappropriate, come quando è il turno di un altro parlante.

- DIAGNOSI DI AFASIA

Generalmente lo scopo prioritario di una diagnosi è quello di identificare la terapia più adeguata; tuttavia questo in afasiologia non è possibile sia a causa della genericità della diagnosi, sia a causa della mancanza di un adeguata teoria della riabilitazione dell'afasia.

Vediamo infatti che, se per sindrome in senso stretto si intende un insieme di sintomi e segni che si ritrovano necessariamente insieme perché determinati dalla stessa causa sottostante, i classici quadri afasici, determinati sulla base delle varie modalità di classificazione, sono sindromi in senso lato e cioè nei termini di un insieme di sintomi che si presentano insieme con una probabilità superiore al caso.

CLASSIFICAZIONE CLINICA DELLE AFASIE E CRITICHE

La classificazione clinica tradizionale dei disturbi afasici deriva, seppur con diverse modifiche, dal modello di Lichtheim: in essa i disturbi afasici vengono ancor oggi distinti sulla base di specifici compiti linguistici come la descrizione, la denominazione, la ripetizione e la comprensione, a prescindere dai possibili meccanismi danneggiati sottostanti.

Tuttavia la mancanza di un modello teorico di riferimento rende tale modalità classificatoria priva di un valore esplicativo. Ciononostante attualmente non vi è alcun modo alternativo per selezionare e confrontare i pazienti afasici il che è di fondamentale importanza per poter organizzare e confrontare tutte le informazioni che emergono nella pratica clinica.

Ciò costituisce un primo passo verso un'organizzazione del sapere sempre più completa e contribuisce in modo significativo, assieme all'apporto di altre discipline come la linguistica, la psicolinguistica e le neuroscienze cognitive, alla costruzione di un modello teorico valido.

AFASIE FLUENTI E NON FLUENTI

La  diagnosi clinica delle afasie può iniziare determinando se l’eloquio del paziente è fluente o non fluente, attraverso un colloquio con il paziente incentrato su argomenti di suo interesse che possano stimolarlo a parlare.

Vi è un accordo unanime nel classificare come afasici non fluenti i pazienti con agrammatismo o con aprassia verbale, ma non vi è un parere unanime circa le caratteristiche necessarie a differenziare le due forme.

Secondo alcuni autori le caratteristiche distintive tra le due forme sono la lunghezza delle frasi, l'agilità articolatoria, la linea melodica, la presenza di afasie e di anomie, nonché la comprensione orale; tuttavia solitamente ci si basa quasi esclusivamente sulla quantità della produzione orale; i pazienti con afasia fluente producono frasi anche di 5-6 elementi mentre i pazienti non fluenti parlano poco ed usano frasi brevi non più lunghe di 3 parole; secondo alcuni sono non fluenti i pazienti che producono meno di 50 parole al minuto.

Rientrano nelle afasie non-fluenti:

- l’afasia globale.

- l’afasia di Broca.

- l’afasia transcorticale motoria.

Rientrano nelle afasie fluenti:

- l’afasia di Wernicke

- l’afasia di conduzione

- l’afasia amnesica

- l’afasia transcorticale sensoriale.

 

 

 

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