ATTENZIONE  VISIVA  SELETTIVA


- MODELLO DI  POSNER

Il modello di Posner descrive l'orientamento dell'attenzione visiva utilizzando il paradigma sperimentale omonimo in cui si misurano i tempi di reazione di fronte a stimoli attesi, non attesi e neutri. Il soggetto cioè viene preavvertito della posizione nel campo visivo di uno stimolo target da uno stimolo segnale (cue): ad esempio una freccia che nel campo visivo indica la posizione in cui forse apparirà lo stimolo target. Il risultato più costante è quello di una riduzione dei tempi di reazione (miglioramento) quando lo stimolo segnale è veritiero e un aumento dei tempi quando lo stimolo cue non è veritiero. Secondo Posner il miglioramento della prestazione per stimoli presentati in locazioni attese è dovuto all'attenzione: il focus attentivo è infatti orientato verso una certa regione dello spazio. Se lo stimolo target invece compare in una regione diversa da quella indicata dal cue il focus attentivo deve essere spostato e ciò comporta un costo in termini di tempo. Alcuni esperimenti su scimmie hanno mostrato che lo spostamento del focus attentivo nel campo visivo si verifica tramite tre meccanismi mediati da almeno tre aree cerebrali: 1 - lobo parietale posteriore, che disancora il focus attentivo dalla sua attuale posizione; 2 - collicoli superiori, che muovono il focus attentivo verso una nuova posizione; 3 – pulvinar, che ancora il focus attentivo alla nuova posizione.

- MODELLO DI TREISMAN

La Treisman cerca di far luce sul ruolo dei processi attentivi nella percezione visiva. Ella fa una distinzione tra meccanismi preattentivi, e meccanismi attentivi.

I meccanismi preattentivi sono automatici, paralleli e non impegnano risorse cognitive e cioè sono fatti senza sforzo.

I meccanismi attentivi invece richiedono l'uso di risorse cognitive, sono seriali e a capacità limitata.

Il paradigma sperimentale è qui quello dei compiti di ricerca visiva in cui il soggetto deve riconoscere uno stimolo target tra molti stimoli distrattori. Il risultato di questi esperimenti è che, se lo stimolo target differisce dagli altri per una sola caratteristica elementare, il tempo necessario a distinguerlo dagli stimoli distrattori non dipende dal numero degli stessi. Se invece lo stimolo target differisce dagli altri per diverse caratteristiche, il tempo per individuarlo aumenta con l'aumentare degli stimoli distrattori.

Treisman spiega questo fenomeno affermando che le dimensioni elementari dello stimolo come la forma, il colore e l'orientamento sono inizialmente codificate in modo indipendente le une dalle altre ed in parallelo (processo pre-attentivo); poi queste singole caratteristiche vengono elaborate ed integrate in vari modi (processo attentivo).

 

 

 

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