BROADBENT E TREISMAN: TEORIE DEL FILTRO SELETTIVO
L'attenzione selettiva fa riferimento alla capacità di selezionare solo alcune tra le numerose informazioni che giungono ai nostri organi di senso. Un esempio classico di questo fenomeno è l'effetto cocktail party.
Sul piano teorico, innanzi tutto si è cercato di capire a che punto del processo di elaborazione dell'informazione (che va dalla semplice ricezione degli stimoli da parte dei recettori sensoriali all'analisi degli stessi a livello corticale) avviene la selezione dell'informazione da elaborare.
Sono state proposte numerose teorie, alcune delle quali protendono per una selezione precoce dell'informazione, mentre altre per una selezione tardiva.
- Del primo tipo un esempio importante è rappresentato dalla teoria del filtro di Broadbent (1958) derivante dai risultati ottenuti con il paradigma sperimentale dell'ascolto dicotico. Secondo tale teoria la selezione dell'informazione avviene nel seguente modo: all'inizio tutti gli stimoli vengono immagazzinati per breve tempo nel sistema S (o sensoriale o registri sensoriali o magazzino a brevissimo termine) e qui subiscono una veloce analisi in parallelo sulla base delle loro caratteristiche fisiche elementari. Grazie poi ad uno speciale meccanismo centrale, il filtro selettivo, solo alcune informazioni vengono passate al sistema P, o percettivo, che opera serialmente e cioè elabora le informazioni una dopo l'altra e non contemporaneamente (in parallelo): questo consente un livello di elaborazione più sofisticata e completa.
- Una teoria a metà strada tra la selezione precoce e quella tardiva è la teoria del filtro attenuato della Treisman (1960). In questa teoria il filtro selettivo funziona come quello proposto da Broadbent solo che le informazioni del canale non attentivo (o sensoriale), non vengono cancellate ma attenuate.
-Una teoria sulla selezione precoce è quella di Deutsch e Deutsch, secondo i quali le informazioni raggiungono comunque i sistemi di elaborazione superiori. Ognuno di questi sistemi è caratterizzato da un "coefficiente di importanza" per cui l'informazione afferente viene automaticamente elaborata dal sistema col più alto coefficiente, sistema che ha così accesso ai sistemi di risposta motoria, memoria ecc.
-Il paradigma sperimentale usato da Broadbent dell'ascolto dicotico e la sua teoria si basa anche sui risultati di Cherry e Sperling.
CHERRY ha dedotto dai suoi esperimenti di ascolto dicotico che tutti gli stimoli possono essere elaborati sulla base delle caratteristiche fisiche ad un livello elementare e che solo alcune, quelle alle quali si presta attenzione, subiscono elaborazioni più sofisticate.
SPERLING invece sostiene l'esistenza di un registro sensoriale che costituisce un magazzino preattentivo a grande capacità, che è in grado di prestare attenzione agli stimoli solo sulla base delle loro caratteristiche fisiche.