DISLESSIE CENTRALI


Riguardo alla classificazione della dislessia acquisita, Shallice e Warrington hanno proposto una distinzione tra dislessie periferiche, in cui il deficit riguarda gli stadi più periferici dell'elaborazione, e dislessie centrali, in cui il deficit riguarda processi di elaborazione centrali.

Fanno parte delle dislessie centrali la dislessia profonda, la dislessia diretta, la dislessia fonologica e la dislessia superficiale

- DISLESSIA PROFONDA

Nella dislessia profonda i deficit consistono nella compromissione della lettura di non parole e nella presenza dei seguenti errori nella lettura di parole:

-           Paralessie semantiche, in cui la parola stimolo viene sostituita con un'altra parola semanticamente associata.

-           Errori visivi, in cui la parola stimolo è sostituita con una parola ortograficamente simile.

-           Errori visivi e semantici combinati.

-           Errori derivazionali, in cui si verificano sostituzioni delle derivazioni, mentre le radici rimangono le stesse.

Si osserva anche un effetto di concretezza in cui le parole concrete sono lette meglio delle parole astratte, ed un effetto di classe grammaticale in cui i nomi sono letti meglio degli aggettivi e questi ultimi meglio dei verbi e delle parole funzione; queste ultime tendono ad essere sostituite fra loro.

Tale dislessia è solitamente associata ad una grave afasia non fluente legata ad un’estesa lesione dell'emisfero sinistro.

Modelli cognitivi della Dislessia profonda

Nella dislessia profonda l’incapacità del paziente di leggere le non parole è stata attribuita ad un danno del sistema di transcodificazione grafema-fonema e quindi della via non lessicale del modello cognitivista a doppia via.

Le paralessie semantiche sono invece attribuite ad una compromissione che può interessare diversi livelli della via semantica; la via d’accesso alla rappresentazione semantica, per cui la rappresentazione ortografica attiva la rappresentazione semantica scorretta, oppure la stessa rappresentazione semantica o la connessione tra quest’ultima e la rappresentazione fonologica corretta.

Inoltre sembra che l'incidenza delle paralessie semantiche vari a seconda della lingua: in particolare si riscontrano maggiormente nei pazienti anglofoni o che utilizzano un'ortografia non trasparente. Al contrario in lingue con ortografia trasparente, quali l'italiano e lo spagnolo, tali paralessie sono pressoché assenti. In questo ultimo caso si ipotizza che la produzione degli errori semantici dovuti ad una compromissione della via semantica siano compensati dall'attività della via non lessicale grazie alla corrispondenza trasparente tra ortografia e fonologia di queste lingue.

Effetto concretezza

L'effetto concretezza è uno dei disturbi che caratterizzano la dislessia profonda; esso consiste nel fatto che le parole concrete sono lette meglio delle parole astratte.

Secondo Richardson tale effetto è dovuto alla differente capacità delle diverse parole di attivare le corrispondenti immagini mentali, per cui i dislessici profondi possono leggere solo grazie all'attivazione della rappresentazione visiva corrispondente alla parola scritta che attiva la corrispondente rappresentazione fonologica.

Secondo altri autori vi sarebbero due sistemi distinti di elaborazione semantica per le parole concrete e le parole astratte. A sostegno di tale ipotesi è il caso di un paziente che presentava una difficoltà selettiva nella lettura di parole concrete ma non di quelle astratte.

Secondo altri ancora le parole concrete sono legate in modo diretto a rappresentazioni semantiche ben definite e indipendenti dal contesto, mentre le parole astratte sarebbero maggiormente dipendenti dal contesto frasale e semantico in cui sono inserite.

- DISLESSIA DIRETTA

I pazienti con dislessia diretta sono in grado di leggere correttamente parole regolari e irregolari senza tuttavia comprenderne il significato.

Una paziente affetta da deterioramento mentale era anche in grado di leggere ad alta voce le non parole; altri ne erano incapaci.

Questi dati sono a favore dell'ipotesi circa l'esistenza della via lessicale-fonologica, consistente in una connessione diretta tra le rappresentazioni ortografiche e le rappresentazioni fonologiche.  Vediamo infatti che la capacità di leggere parole irregolari e la concomitante incapacità di comprenderne il significato testimonia l'esistenza di una via diretta tra lessico ortografico e lessico fonologico e la compromissione del sistema semantico o della sua connessione con il lessico ortografico.

In questo caso l'input visivo costituito dalla parola irregolare scritta, attiva la corrispondente rappresentazione ortografica che da una parte non è in grado di attivare le corrispondenti rappresentazioni semantiche e dall'altro è in grado di attivare la corrispondente rappresentazione fonologica permettendo al paziente di pronunciare la parola irregolare senza comprenderne il significato.

- DISLESSIA FONOLOGICA

I pazienti con dislessia fonologica sono in grado di leggere le parole ma non riescono a leggere le non parole.

Riguardo alla lettura delle parole, essa può essere perfetta o caratterizzata da errori di sostituzione di parole funzione e di errori morfologici; questi ultimi costituiscono una prova a favore dell'ipotesi in base alla quale le parole scritte vengano decomposte nei morfemi che le compongono prima dell'accesso al lessico ortografico e che vi sia una segregazione tra le radici, gli affissi e le parole funzione.

Riguardo alla lettura di non parole, essa può essere caratterizzata da errori di diverso tipo come ad esempio omissioni, sostituzioni e lessicalizzazioni, errori gli ultimi due attribuibili oltre che alla compromissione della via non-lessicale, anche all’utilizzo di strategie alternative facenti uso delle due vie lessicali semantica e fonologica..

Infatti le non parole pseudo-omofone, sono lette meglio delle altre non parole; inoltre le non parole graficamente complesse, e cioè quelle in cui a due o più grafemi corrisponde un singolo fonema, vengono lette con maggior difficoltà rispetto alle non parole comuni.

Teoria dei 3 stadi della via non lessicale

I due effetti di complessità grafemica e di pseudo-omofonia osservati nella dislessia fonologica vengono interpretati attraverso una teoria in base alla quale il processo di lettura non lessicale è costituito da tre stadi che possono essere selettivamente danneggiati dando origine a diversi tipi di dislessia fonologica:

-           Uno stadio grafemico, in cui le stringhe di lettere vengono segmentate in grafemi.

-           Uno stadio di conversione scritto-suono, in cui i singoli grafemi vengono convertiti nei corrispondenti fonemi mantenendo il corretto ordine seriale.

-           Uno stadio fonemico in cui viene costruita la forma fonologica della non parola che poi viene trasmessa al buffer di uscita per l'articolazione fono-articolatoria.

Gli pseudo-omofoni sono letti meglio delle altre non parole perché le informazioni provenienti dal secondo stadio sono in grado di attivare la rappresentazione fonologica di una parola reale omofona. Ciò facilita la costruzione della forma fonologica finale della non parola, che utilizza parzialmente una rappresentazione fonologica già esistente.

- DISLESSIA SUPERFICIALE

La dislessia superficiale è caratterizzata da una preservata capacità di lettura di lettere isolate e di parole regolari, irregolari e non parole.

Il deficit consiste in errori di regolarizzazione, e cioè le parole irregolari vengono lette secondo la pronuncia prevista dalle regole standard di conversione scritto-suono e non secondo la loro corretta pronuncia. Inoltre molto frequentemente tali pazienti sono incapaci di trovare il significato delle parole, specie quelle omofone non omografe, per cui due parole diverse che hanno lo stesso suono vengono confuse nel significato.

Tale disturbo è solitamente accompagnato da un'afasia fluente e un’agrafia lessicale ed è conseguente ad una lesione retrorolandica sinistra che coinvolge il lobo temporale.

Modello a due vie della Dislessia Superficiale

In base al modello cognitivista di lettura a due vie, gli errori di regolarizzazione della dislessia superficiale sono dovuti ad una compromissione della via lessicale mentre la via non lessicale rimarrebbe integra consentendo la lettura di tutte le parole e non-parole in base alle regole standard di transcodifica scritto-suono.

La capacità o meno di comprensione del significato delle parole invece potrebbe dipendere dal punto di lesione della via lessicale. Se la lesione colpisce la connessione tra sistema semantico e lessico fonologico, ma non tra lessico ortografico e sistema semantico, il paziente sarà in grado di capire il significato delle parole ma non potrà accedere alle loro rappresentazioni fonologiche.

Se invece è colpito il sistema semantico o l’accesso ad esso da parte del lessico ortografico, non sarà possibile neanche la comprensione delle parole scritte.

Secondo altri autori l’integrità delle rappresentazioni fonologiche dipende dall’interazione tra queste ultime e le rappresentazioni semantiche associate; queste ultime rappresenterebbero una sorta di «colla lessicale» in grado di tenere unite le rappresentazioni fonologiche.

Lingue ad ortografia trasparente

In lingue ad ortografia trasparente come l’italiano è difficile evidenziare errori di regolarizzazione, vista la quasi totale assenza di parole irregolari; tuttavia la lingua italiana, pur essendo trasparente a livello segmentale, a livello soprasegmentale è una lingua opaca; è il caso della posizione dell’accanto che può essere ricavata sia sulla base di informazioni lessicali che sillabiche. Sulla base di tale osservazione alcuni studi hanno evidenziato l’analogo in italiano degli errori di regolizzazione, gli errori di accentazione; i pazienti in questo caso sono in grado di produrre parole segmentalmente corrette ma soprasegmentalmente scorrette.

 

 

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