AGNOSIA ASSOCIATIVA
AGNOSIA ASSOCIATIVA
La diagnosi di agnosia associativa viene fatta sulla base dei risultati ottenuti in vari compiti:
Nelle Prove di denominazione visiva si chiede al paziente di denominare oggetti presentati visivamente; solitamente si osserva quanto segue.
- incapacità di denominare l'oggetto o di indicare quello nominato dall'esaminatore.
- capacità di denominare l'oggetto qualora venga presentato in modalità tattile o uditiva.
- parafrasie semantiche o errori di sostituzione con una categoria superordinata.
- incapacità di dimostrare di avere riconosciuto lo stimolo ricorrendo a giri di parole come fanno gli anomici.
- i volti dei familiari sono riconosciuti ma denominati con difficoltà.
Nelle Prove di evocazione del gesto viene utilizzato il gesto al fine di dimostrare, attraverso una via non verbale, che lo stimolo sia stato riconosciuto.
Nelle Prove di categorizzazione semantica al soggetto viene chiesto di raggruppare stimoli appartenenti alla stessa categoria, di indicare le figure aventi forti legami associativi di vario tipo; di solito questi pazienti falliscono in queste prove.
Nelle Prove di attivazione della rete semantica si esplora la capacità dello stimolo visivo di attivare le rappresentazioni semantiche ad esso associate.
AGNOSIA ASSOCIATIVA o SEMANTICA
La diagnosi di agnosia associativa viene fatta quando il paziente è incapace di riconoscere uno stimolo visivo nonostante che i suoi processi percettivi siano integri.
Se invece lo stimolo viene presentato in modalità tattile o uditiva, il paziente è in grado di riconoscere l'oggetto.
Ciò significa che la rappresentazione visiva dell'oggetto è integra, ma non riesce ad attivare le tracce depositate nella MLT relative al suo nome e ai suoi attributi semantici, alla sua funzione e, più in generale, al suo significato.
Nella maggioranza dei casi tale agnosia è associata alla lesione della corteccia occipito-temporale mediale sinistra; la TAC ha evidenziato in 7 pazienti il costante interessamento del giro ippocampale, del giro linguale, del giro fusiforme e del fascicolo longitudinale inferiore. Quest’ultimo connette le aree visive primarie, in cui lo stimolo viene analizzato percettivamente, con la corteccia temporale mediale in cui si trova la sua traccia visiva, area che corrisponde all’area IT della scimmia che sembra svolgere un ruolo centrale nel riconoscimento degli oggetti.
AFASIA OTTICA
AFASIA OTTICA
L'afasia ottica costituisce un deficit di denominazione ed eventualmente di comprensione di stimoli presentati per via visiva. Non si tratta dunque di un disturbo di riconoscimento.
Questi pazienti cioè non sono in grado di denominare un oggetto che viene loro presentato visivamente, mentre possono farlo se presentato in altre modalità sensoriali.
Secondo un'interpretazione disconnessionista tale disturbo non è dovuto ad una compromissione della traccia verbale o della traccia visiva dello stimolo, ma ad una difficoltà di trasmissione delle informazioni visive ai centri del linguaggio.
La lesione responsabile di questo disturbo, così come anche dell'agnosia associativa, interessa la regione occipito-temporale mediale sinistra , il fascicolo longitudinale sinistro e lo splenio del corpo calloso.
AGNOSIA ASSOCIATIVA E AFASIA OTTICA: DIFFERENZE DOVUTE A DIFFERENZE INDIVIDUALI
È noto che la lesione responsabile dell’agnosia associativa e dell’afasia ottica interessi spesso le stesse regioni, ossia la regione occipito-temporale mediale sinistra , il fascicolo longitudinale sinistro e lo splenio del corpo calloso.
Si ritiene che l’emisfero destro sia maggiormente specializzato nell’elaborazione delle informazioni visive mentre quello sinistro nell'elaborazione semantica e nel linguaggio, e che la predominanza dell’una o dell'altra sindrome sia legata a differenze individuali circa le potenzialità di elaborazione semantica dell'emisfero destro.
Vediamo infatti che, in seguito a queste lesioni, il riconoscimento dello stimolo, e cioè la specificazione dei suoi attributi semantici, deve essere effettuato prevalentemente dall'emisfero destro non specializzato in tale processo. Per cui, alcuni pazienti mostreranno un riconoscimento dell'oggetto più soddisfacente di altri e quindi un quadro sintomatologico rientrante nell’afasia ottica.
Nel caso contrario si avrà un quadro più vicino all’agnosia associativa. Più frequentemente si riscontra una maggiore o minore preponderanza dell'una o dell'altra sindrome.
Inoltre il passaggio da un quadro iniziale di agnosia associativa ad uno di agnosia ottica potrebbe essere spiegato con il rafforzamento della capacità di elaborazione semantica dell'emisfero destro grazie all'esercizio.
AFASIA OTTICA e AGNOSIA ASSOCIATIVA: DIFFERENZE DOVUTE A LESIONE DELLO SPLENIO DEL CORPO CALLOSO
Circa il motivo per cui lo stesso tipo di lesione, a livello della corteccia temporale mediale e dello splenio del corpo calloso, determini in alcuni casi agnosia associativa e in altri afasia ottica sono state proposte diverse spiegazioni.
Secondo alcuni la differenza risiede nel grado di lesione che interessa lo splenio del corpo calloso. Nell'afasia ottica la lesione sarebbe completa, per cui essendo impedita la trasmissione delle informazioni dall’emisfero destro, maggiormente specializzato nell’elaborazione delle informazioni visive, a quello sinistro, maggiormente specializzato nell'elaborazione semantica e nel linguaggio, il riconoscimento del significato dell’oggetto è delegato solo all’emisfero destro, che lo attua in modo impreciso e parziale.
Nell’agnosia visiva invece lo splenio sarebbe risparmiato ma le informazioni visive giungono all’emisfero sinistro che, a causa della lesione, non è in grado di effettuare un'elaborazione soddisfacente e che inoltre, entrando in funzione, inibisce la partecipazione all’elaborazione semantica dell'emisfero destro, peggiorando ulteriormente il deficit di riconoscimento.
AMNESIA SEMANTICA
Caratteristica saliente dei pazienti agnosici, è che essi presentano un deficit di riconoscimento di oggetti presentati attraverso uno specifico canale sensoriale, mentre viene riconosciuto se presentato attraverso altre modalità. Ciò implica che la rappresentazione dell’oggetto negli agnosici è integra.
Nell’amnesia semantica invece il riconoscimento non avviene pur presentando gli stimoli in tutte le modalità sensoriali. Tali pazienti non presentano disturbi del linguaggio, disturbi visuo-spaziali e prassici. In questo caso ad essere compromesse o inaccessibili sono le rappresentazioni semantiche.
Tale disturbo è presente solitamente in pazienti affetti da malattie non focali, come le encefaliti o le demenze atrofiche.
AFASIA ACUSTICA
L’afasia acustica è un disturbo che consiste nell’incapacità di denominare stimoli acustici non verbali.
Un paziente ad esempio non era in grado di accoppiare il suono percepito con il nome dello strumento corrispondente, mentre era in grado di accoppiarlo con la sua immagine disegnata.
Tale disturbo venne attribuito, in via ipotetica, ad una lesione delle vie di connessione tra corteccia uditiva primaria sinistra e area di Wernicke: il suono cioè è in grado di attivare la rappresentazione visiva della sua fonte a livello dell’emisfero sinistro, ma non la rappresentazione verbale corrispondente.
Inoltre nell’afasia acustica, così come in molti casi di afasia ottica, l’emisfero sinistro non si limita solo a dire che non trova il nome, ma non riesce neanche a capire a cosa lo stimolo corrisponda.