I DISTURBI SPAZIALI E VISUO IMMAGINATIVI

 

 

DISTURBI SPAZIALI

In ambito neuropsicologico clinico i disturbi della cognizione spaziale vengono suddivisi in:

 

-     Disturbi della percezione spaziale.

-     Disturbi della coordinazione visuo-motoria.

-     Disturbi della memoria spaziale.

 

Riguardo ai primi, con il termine “percezione spaziale” si intende quell’attività di analisi delle relazioni spaziali tra gli stimoli e tra questi e l’osservatore, nelle varie modalità sensoriali.

Tra i disturbi legati a questa funzione troviamo:

 

–        Deficit nella percezione e nell'analisi di forme complesse prive di significato, nella discriminazione dell'orientamento delle linee e nella categorizzazione delle forme degli oggetti, conseguenti a lesioni dell’emisfero destro.

–        Deficit di localizzazione degli stimoli uditivi in seguito soprattutto alla lesione della corteccia uditiva destra.

Riguardo ai Disturbi della coordinazione visuo-motoria, un disturbo osservato con una certa frequenza in seguito a lesioni della corteccia parietale posteriore, è l’atassia ottica che si manifesta con un’evidente imprecisione dei movimenti di uno o di entrambi gli arti superiori finalizzati a raggiungere un oggetto o un punto nel campo visivo, dovuto a lesioni della corteccia parietale posteriore.

 

Riguardo ai disturbi della memoria spaziale, nelle scimmie è stata osservata una dissociazione tra MBT spaziale ed MBT non spaziale. La lesione del solco principale della PFC dorso-laterale determina infatti deficit nei compiti di risposta ritardata, mentre alcuni neuroni di questa regione mostrano un'attività di scarica durante l'intervallo di tempo in cui la scimmia deve tenere in mente la localizzazione spaziale.

 

Nell'uomo studi condotti con la PET e con la RMS hanno evidenziato un'attivazione della corteccia prefrontale destra in corrispondenza della BA47, considerata omologa al solco principale della scimmia, e l'attivazione della BA40 parietale, della BA19 e della BA6 premotoria.

Riguardo alla MLT spaziale, in seguito alla lesione dell'ippocampo destro, si ha una compromissione della prestazione nel test del labirinto.

 

 

 

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI SPAZIALI IN BASE ALLE STRATEGIE SENSO-MOTORIE

Il comportamento spaziale può essere classificato in diversi modi. Alcuni autori hanno proposto di distinguerle in base alle strategie senso-motorie utilizzate, per cui essi distinguono:

 

-           Strategie di posizione o egocentriche, in cui il soggetto basa il proprio movimento sulle informazioni cinestesiche e vestibolari, utilizzando il proprio corpo come riferimento; questi movimenti, una volta appresi, divengono automatizzati.

-           Strategie indirizzate, in cui il movimento si avvale delle informazioni uditive e olfattive e delle loro variazioni di intensità.

 

-           Strategie localizzate: in cui il movimento si basa soprattutto sulle informazioni visive.

 

Queste strategie possono essere utilizzate contemporaneamente e talvolta entrano in conflitto tra loro.

Da una ricerca è emerso che, mentre i bambini di tre anni utilizzano una strategia di posizione, i bambini un po’ più grandi utilizzano una strategia indirizzata; le strategie localizzate poi vengono utilizzate soltanto dopo i sei anni di età.

 

 

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI SPAZIALI IN BASE AI 3 SOTTOSPAZI

 

L'attività spaziale può essere classificata in base al sottospazio funzionale considerato in cui viene suddiviso lo spazio che l'individuo occupa.

Tali sottospazi sono: la superficie corporea, lo spazio di prensione o grasping space e lo spazio distale.

 

 

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