APRASSIA COSTRUTTIVA
In generale è possibile definire l’aprassia costruttiva come l'incapacità di costruire strutture complesse collocando gli elementi che le compongono mantenendo i corretti rapporti spaziali reciproci.
Il termine “aprassia costruttiva” è stato coniato da Kleist nel 1934 che lo utilizzò per chiamare una sindrome caratterizzata da un disturbo delle attività di costruzione, composizione e disegno in cui la forma spaziale risultava alterata e che si manifestava in assenza di aprassia ideomotoria e di deficit visivi elementari.
L'autore ipotizzò che tale disturbo fosse la conseguenza di una compromissione delle connessioni tra le funzioni visuo-spaziali e gli engrammi cinestesici dei movimenti.
Successivamente tuttavia tale definizione non venne mantenuta ed il termine aprassia costruttiva venne utilizzato in un'accezione più generica di disordini costruttivi a prescindere dalla presenza o meno di deficit visuo-percettivi.
C'è da dire inoltre che non vi è un'equivalenza tra quelli che secondo Kleist erano i compiti costruttivi, e cioè il disegno, la costruzione e la composizione; ciascuna di esse infatti richiede l'utilizzo di diverse abilità cognitive, motorie, percettive, attenzionali e di ragionamento.
- TIPI DI COMPITO
Tipicamente la valutazione dell'aprassia costruttiva viene svolta utilizzando prove di composizione di elementi semplici e prove di disegno.
Nel primo caso ad esempio si richiede al paziente di riprodurre una certa figura disponendo gli elementi costituenti nelle giuste collocazioni spaziali; tali strutture da costruire possono essere bidimensionali o tridimensionali.
Le prove di disegno sono quelle più frequentemente utilizzate e si suddividono in due tipologie:
-il disegno spontaneo, che consiste nel chiedere al paziente di disegnare un determinato oggetto;
-il disegno su copia, che costituisce il sistema più valido per la valutazione della capacità di riprodurre una figura.
In generale, vista la scarsa omogeneità metodologica in tale ambito di ricerca, è auspicabile che la diagnosi di aprassia costruttiva si avvalga di prove di costruzione e di disegno su copia composte da stimoli di complessità gradualmente crescente, che richiedano la quantità minore possibile di risorse cognitive e che siano tarate su un ampio campione di soggetti normali.
Si ritiene che l'incidenza di aprassia costruttiva tra cerebrolesi destri e sinistri sia simile e che l’abilità costruttiva possa risentire della compromissione di altre abilità intellettive generali, come la capacità di ragionamento e l'attenzione. Anche le differenze inter ed intraemiseriche rimangono una questione aperta.
- DIFFERENZE INTEREMISFERICHE
A causa della scarsa omogeneità metodologica in tale ambito di ricerca, non esiste un comune accordo sulle basi anatomiche e funzionali dell'aprassia costruttiva.
Riguardo alle differenze emisferiche ad esempio i risultati sono contraddittori.
Secondo alcuni i cerebrolesi destri presentano un maggior deficit nella copia di disegni a causa di una maggiore compromissione dell’abilità visuo-spaziale, mentre i sinistri sarebbero colpiti da una forma aprassico-ideativa di aprassia costruttiva.
Questa ipotesi tuttavia non è stata confermata da studi successivi che hanno evidenziato un disturbo visuo-spaziale paragonabile in entrambi i tipi di cerebrolesi.
Da uno studio recente tuttavia è emerso che il disturbo fondamentale dei cerebrolesi destri non consiste tanto in una compromissione della capacità visuo-spaziale, quanto piuttosto nell'incapacità di eseguire manipolazioni spaziali; i cerebrolesi sinistri presenterebbero disturbi al livello motorio elementare.
Sembra inoltre che entrambi i tipi di cerebrolesi utilizzino una strategia analitica nella copia di disegni.
- DIFFERENZE INTRAEMISFERICHE
Riguardo alle differenze intraemisferiche nell’aprassia costruttiva i risultati sono contraddittori. Secondo alcuni autori l'aprassia costruttiva sarebbe più frequente nei soggetti con lesioni posteriori parieto-occipitali; tuttavia essa è stata osservata anche in pazienti con lesioni frontali.
Secondo Luria i soggetti posteriori presentano un deficit di analisi delle relazioni spaziali mentre i pazienti frontali un deficit di programmazione dei movimenti.
Tuttavia studi recenti non hanno confermato tale ipotesi.
- MODELLO COGNITIVO DELL’AAPRASSIA COSTRUTTIVA
Per spiegare i processi mentali implicati nell'attività del disegno, lo strumento più utilizzato nella diagnosi e nello studio dell’aprassia costruttiva, sono stati proposti diversi modelli teorici.
Il modello di Angelini e Grossi prevede quattro fasi nella copia di disegni:
- La prima fase è quella dell'analisi preliminare, in cui il soggetto cerca di individuare nel disegno da copiare strutture già disegnate in passato e quindi conservate nella memoria a lungo termine; qui vengono anche analizzati i rapporti spaziali tra gli elementi che compongono la figura stimolo.
- La seconda fase è quella dell'elaborazione centrale in cui il soggetto, a partire dagli elementi ottenuti dall'analisi preliminare, stabilisce l'ordine da seguire nel disegnare le varie strutture della figura stimolo per poi organizzare un piano costruttivo, e cioè l’insieme di istruzioni da tramutare in segni grafici.
- A questo punto si passa alla terza fase che è quella dell'esecuzione del disegno in cui possono essere utilizzate due procedure o vie; una via lessicale, che si avvale dell'attivazione di schemi costruttivi già conosciuti ed immagazzinati, ed una via non-lessicale, che si fonda prevalentemente sul analisi spaziale e che consiste in una procedura di disegno linea per linea. In generale, nel caso di un disegno complesso, vengono utilizzate entrambe le procedure.
- La quarta fase è quella del controllo.