ATTENZIONE SOSTENUTA o VIGILANZA
Il termine "attenzione sostenuta" si riferisce alla capacità di mantenere l'attenzione su eventi critici per un periodo prolungato.
La vigilanza corrisponde alla capacità di monitorare nel tempo eventi con bassa frequenza d'accadimento. Generalmente vi è una correlazione positiva tra tempo e peggioramento nella performance.
Un tipico paradigma sperimentale utilizzato è quello in cui al soggetto viene richiesto di dare una risposta alla semplice comparsa di un stimolo come un segnale luminoso, o di cogliere lievi cambiamenti nel flusso di informazioni ripetitive, come la variazione di bella distanza tra puntini luminosi che scorrono in uno schermo.
In generale si è osservata una correlazione positiva tra la durata del compito e il declino della prestazione in termini di aumento dei tempi di reazione, di falsi allarmi e di omissioni. Tale peggioramento inizia entro i primi 15 minuti, anche se gli stimoli sono ben percepibili.
- CLOCK TEST
I primi studi sistematici sulla vigilanza furono condotti da Mackworth su richiesta della Royal Air Force (RAF).
Il clock test è un test ideato da Mackworth e consiste in un video rotondo sul quale si vedeva una lancetta nera girare come quella di un orologio.
Il soggetto in questo caso doveva premere un pulsante ogni volta che avesse riconosciuto il segnale critico, cioè la lancette che compie due scatti in un secondo piuttosto di uno, cioè cambiamenti nel flusso di informazioni ripetitive.
L'esperimento diede il risultato per cui con l'aumentare del tempo si ha una diminuzione del numero di stimoli critici riconosciuti.
In particolare si assiste ad una rapida diminuzione nella performance nella prima mezzora; nell'ora e mezza rimanente tale declino è più graduale.
- FATTORI CHE INFLUENZANO I COMPITI DI VIGILANZA
Diversi fattori possono influenzare la prestazione nei compiti di vigilanza.
Ad esempio l'uso di segnali degradati, la cui ampiezza e durata è appena al di sopra della soglia percettiva, determina un peggioramento nella performance. In questi casi il decremento può verificarsi già entro i primi 5 minuti.
Un ritmo di presentazione degli stimoli elevato, maggiore di 24 eventi per minuto, o al contrario basso con stimoli bersaglio molto rari possono influenzare le prestazioni.
La performance peggiora con l'aumento dell'incertezza temporale e spaziale.
In un tipico esperimento viene dimostrato che la prestazione è migliore con i segnali presentati nel quadrante del display ad alta probabilità rispetto a quelli presentati negli altri tre quadranti a bassa probabilità. Inoltre, mentre col protrarsi del tempo la prestazione nei quadranti a bassa probabilità peggiora, in quello ad alta probabilità rimane costante.
Se inoltre gli stimoli vengono presentati con regolarità temporale si ha una maggiore velocità e accuratezza delle risposte.
La performance migliora con l'aumento dell'intensità e della durata del segnale.
- TEORIE DELLA VIGILANZA
Per spiegare i fenomeni osservati nei compiti di vigilanza sono stati proposti diversi modelli teorici.
Secondo la Teoria dell’attivazione un livello ottimale di performance necessita di un livello ottimale di arousal , che è mediata dalla formazione reticolare e dal sistema talamo-corticale aspecifico: un aumento o una diminuzione di questo livello ottimale provoca un peggioramento della performance.
Questo livello di arousal può essere abbassato ad esempio dalla continua ripetizione dello stesso stimolo o di stimoli simili per effetto del fenomeno dell'abituazione.
Secondo la Teoria dell'aspettativa gli eventi molto probabili sono elaborati più velocemente di quelli meno probabili. Anche la motivazione influenza il livello di vigilanza.
Secondo Broadbent la presentazione ripetuta di uno stimolo riduce la novità dello stimolo stesso.
La novità è una delle tre caratteristiche dello stimolo necessarie perchè esso venga selezionato con più probabilità. Oltre alla novità ci sono poi: intensità e importanza biologica.
Secondo la Teoria della detenzione del segnale gli stimoli critici sono scoperti dall'osservatore poiché emergono dal rumore di fondo, che varia casualmente.