Dipendenza da Droghe - Introduzione


Inizialmente per condotte di dipendenza si intendeva le condotte legate al consumo di determinate sostanze quali droghe o farmaci. Attualmente quest’ultimo tipo di condotte rientra nella categoria più specifica delle farmaco-dipendenze e il concetto di dipendenza è stato esteso anche ad altri comportamenti che non comportano l’uso di sostanze come le condotte di dipendenza anoressiche, bulimiche, sessuali e la dipendenza dal lavoro.

Le condotte di dipendenza per l’assunzione di sostanze sono legate a diverse modalità di consumo: il consumo ricreativo che viene attuato in situazioni di gruppo e mai da soli ed in cui si ricerca l’effetto euforizzante della sostanza; il consumo autoterapeutico attuato in solitudine ed in cui si ricerca l’effetto calmante della sostanza; infine il consumo tossicomanico che è quotidiano ed in cui si ricerca principalmente l’effetto anestetico e di stordimento.

In quest’ultimo caso sono presenti sia fattori di rischio familiari come disaccordi, difficoltà economiche, eccessivo autoritarismo genitoriale o indifferenza, che fattori di rischio individuali come l’ansia.

Secondo alcuni tali condotte esprimono il tentativo di sostituire con un altro oggetto di dipendenza una relazione affettiva intollerabile e da cui si dipende.

Eziologia

Per quanto riguarda i meccanismi alla base delle dipendenze, vi sono diverse ipotesi: approccio biologico, psicodinamico, ricerca di sensazioni.

  •  APPROCCIO BIOLOGICO

Il modello biologico ha evidenziato il ruolo di alcuni neurotrasmettitori in specifici aspetti collegabili alla dipendenza; è il caso della dopamina che sembra implicata nel desiderio della droga, della serotonina per quanto riguarda l’impulsività in condotte di dipendenza quali l’alcolismo, la tossicomania, la bulimia e nel gioco.

  •    APPROCCIO PSICODINAMICO

L’approccio psicodinamico alle dipendenze è costituito da tre grandi modelli psicopatologici: il primo è il modello del piacere legato all’eccitazione sessuale in base al quale è la stessa ricerca del piacere erotico a costituire il meccanismo alla base della dipendenza; il secondo modello e quello del narcisismo che fa riferimento ai concetti di “oggetto-Sé” e “Sé grandioso”. Infine il modello della riduzione delle tensioni per cui l’individuo attraverso la condotta di dipendenza riesce a rendere tollerabile l’intensa tensione pulsionale e la forte angoscia che il suo Io debole non riesce altrimenti ad elaborare, non possedendo ancora i necessari meccanismi di difesa.

  • RICERCA DI SENSAZIONI

Secondo alcuni studi la ricerca di sensazioni è una caratteristica riscontrabile anche nelle condotte di dipendenza. Per misurare l’intensità della dimensione “ricerca delle sensazioni” è stata sviluppata una scala che permette la categorizzazione degli individui in Hight Sensation Seeker e Low Sensation Seeker. Tra i fattori che vengono considerati in questa scala vi sono la ricerca del pericolo, la disinibizione e la suscettibilità alla noia.

Da alcune ricerche sembrerebbe che gli individui che presentano condotte di dipendenza come la tossicomania, l’alcoolismo, i fumatori, i giocatori incalliti  e gli acquisti patologici, rientrano nella categoria degli Hight Sensation Seeker.

Epidemiologia

Da una ricerca condotta in Francia nel 1988 sull’uso di alcune sostanza psicotrope nell’adolescenza risulta quanto segue:

- l’uso regolare di una sostanza psicotropa è rara prima dei 15 anni e diventa frequente verso i 16 anni.

- tra il consumo di tali sostanze e la presenza di disturbi dell’umore, somatici e del comportamento vi è una forte correlazione.

- più del 30% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni fuma; circa il 50% degli adolescenti fumatori fuma nei momenti di solitudine o quando è di cattivo umore.

- il 20% degli adolescenti ha assunto sostanze calmanti contro l’insonnia e il nervosismo.

 il maggior consumo di sostanze psicotrope si verifica più nelle classi medie che non tra i figli di operai e agricoltori.

La domanda che molti autori si sono posti riguarda il motivo per cui la tossicomania si manifesti principalmente nell’arco di età che abbraccia l’intera adolescenza, dai 15 ai 25 anni.; da una ricerca che si basava sulle motivazioni coscienti date dagli individui intervistati è risultato che circa il 60% era motivato dalla curiosità, il 30% dalla voglia di evadere, il 20% dalla ricerca degli effetti benefici attesi, e in percentuale minore per il bisogno di sicurezza, per essere non essere rifiutati dal gruppo, per migliorare la conoscenza di sé e la capacità creativa.

Ad un livello più profondo si ritiene che a causa dei continui lutti che è costretto a vivere, l’adolescente cerchi appiglio in stimoli esterni che procurino piacere rendendo tollerabili tali lut

Non sembra esistere una tipologia specifica di infanzia come antecedente alle situazioni di tossicodipendenza; tuttavia secondo alcuni autori esistono dei fattori facilitanti.

Secondo Olivienstein uno di questi fattori è legato alla fase dello specchio rotto in cui l’infante proprio nel momento in cui specchiandosi va alla scoperta dell’immagine di sé ha, a causa di un rapporto primario distorto, ottiene un’immagine di ritorno frammentata e ciò lo spinge a regredire allo stato precedente di fusione e indifferenziazione; le rotture ripetute delle cure materne creano nel bambino dei vuoti emotivi che vengono riempiti con le sensazioni e questa è la dinamica che si ripeterebbe nell’adolescente tossicomane. 

  • Tossicomania e disturbi psichici

Da uno studio condotto in Francia negli anni ’80 risultava che quasi il 60% degli individui dipendenti da droghe soffrivano di disturbi mentali.

Da un altro studio condotto negli USA i disturbi che si riscontrano più frequentemente sono la depressione grave, l’alcolismo e le condotte antisociali. E’ opinione comune che la tossicomania sia raramente associata agli stati nevrotici e a quelli psicotici e che sia più frequente negli adolescenti che presentano una depressione grave e condotte psicopatiche.

Si è anche osservato che la percentuale dei disturbi mentali è strettamente correlata alla lunghezza del periodo di tossicodipendenza.

 Ad un livello più profondo si ritiene che a causa dei continui lutti che è costretto a vivere, l’adolescente cerchi appiglio in stimoli esterni che procurino piacere rendendo tollerabili tali lutti.

La domanda che molti autori si sono posti riguarda il motivo per cui la tossicomania si manifesti principalmente nell’arco di età che abbraccia l’intera adolescenza, dai 15 ai 25 anni.; da una ricerca che si basava sulle motivazioni coscienti date dagli individui intervistati è risultato che circa il 60% era motivato dalla curiosità, il 30% dalla voglia di evadere, il 20% dalla ricerca degli effetti benefici attesi, e in percentuale minore per il bisogno di sicurezza, per essere non essere rifiutati dal gruppo, per migliorare la conoscenza di sé e la capacità creativa.

  •    Antecedenti infantili

Non sembra esistere una tipologia specifica di infanzia come antecedente alle situazioni di tossicodipendenza; tuttavia secondo alcuni autori esistono dei fattori facilitanti.

Secondo Olivienstein uno di questi fattori è legato alla fase dello specchio rotto in cui l’infante proprio nel momento in cui specchiandosi va alla scoperta dell’immagine di sé ha, a causa di un rapporto primario distorto, ottiene un’immagine di ritorno frammentata e ciò lo spinge a regredire allo stato precedente di fusione e indifferenziazione; le rotture ripetute delle cure materne creano nel bambino dei vuoti emotivi che vengono riempiti con le sensazioni e questa è la dinamica che si ripeterebbe nell’adolescente tossicomane.

  • Fattori di rischio familiari

 Dalle ricerche su eventuali fattori di rischio familiari dei tossicodipendenti non sembrano esistere fattori specifici, tuttavia si rileva con una certa frequenza la dispersione familiare, influenze educative eccessivamente variopinte tipiche di una famiglia allargata, l’abuso di psicofarmaci e di alcool da parte dei genitori, l’incapacità della famiglia a riconoscere i segni del figlio che si droga, trasgressioni ripetitive delle leggi o delle comuni norme morali.

Spesso l’adolescente tossicomane diviene l’oggetto su cui vengono canalizzate le energie aggressive della famiglia. Tuttavia questi fattori di rischio non devono essere considerati come cause sistematiche della tossicodipendenza.

  • Trattamenti

Le misure terapeutiche utilizzate nel trattamento della tossicodipendenza sono di due tipi; quelle immediate e quelle a medio e lungo termine.

- A BREVE-MEDIO TERMINE

In questo caso si tratta di interventi atti a limitare al massimo i danni fisici e psichici provocati da intossicazioni acute, dall’astinenza e da reazioni acute come la psicosi acuta in caso di assunzione di LSD (neurolettici).

Tra le misure terapeutiche a medio termine vi è la terapia di svezzamento finalizzata ad aiutare l’individuo ad uscire dalla dipendenza fisica dalla droga. Tale terapia prevede un accordo tra paziente ed equipe medica in base al quale il paziente si impegna a ricoverarsi per circa due settimane senza la possibilità di uscire e di avere contatti con i suoi abituali circuiti di vita. In questo periodo il paziente non sostituisce la droga con altri farmaci.

 - A LUNGO TERMINE

Alla terapia somatica deve associarsi un adeguato approccio psicologico che permetta al paziente di instaurare un legame di attaccament. In altre parole è necessario che lo psicologo realizzi una relazione che inizialmente faciliti la fusione e l’attaccamento per poi svezzare progressivamente il paziente da questa dipendenza affettiva. Inoltre è necessario che l’individuo elevi il proprio limite di tolleranza alle frustrazioni e che quindi rafforzi il suo Io in modo tale da rendersi più indipendente dall’appoggio che prima riceveva dall’uso della droga.

 

 

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