Omosessualità in Adolescenza


L’omosessualità adolescenziale può manifestarsi sotto varie forme; sono frequenti i timori e i pensieri omosessuali per cui l’adolescente pensa e teme di essere omosessuale perché si sente attratto da persone del suo stesso sesso e ciò può determinare una difficoltà nella scelta sessuale.

Questa difficoltà in genere si accompagna ad una nevrosi ossessiva caratterizzata dal rifiuto di questi pensieri vissuti con timore e generanti angoscia.

Spesso sono gli stessi genitori a manifestare forti preoccupazioni per gli atteggiamenti omosessuali del figlio. Questo atteggiamento genitoriale non fa che facilitare il processo di identificazione negativa del figlio adolescente, cioè  quest’ultimo si identifica con gli aspetti temuti dai genitori, in questo caso l’omosessualità, per svincolarsi da un legame edipico troppo invasivo.

La visione freudiana, ormai superata,  che vedeva l'omosessualità, in particolare quella maschile, come un disturbo da curare, è stata sostituita da una concezione dell'omosessualità come un diverso tipo di identità sessuale, che evidentemente non riguarda solo la sfera del comportamento sessuale, ma l'intera personalità dell'individuo.

Secondo Lebovici si devono definire omosessuali solo gli adolescenti che hanno rapporti sessuali con individui dello stesso sesso con un piacere esclusivo e in maniera ripetuta. Quindi non rientrano in questo gruppo tutti gli adolescenti che hanno esperienze omosessuali isolate e che hanno anche esperienze eterosessuali. Ciò spiega la bassa percentuale di adolescenti omosessuali che si registra.

 

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