Wilhelm Reich: La Teoria orgonica


Medico psicoanalista, proveniva da una famiglia di ricchi agricoltori ebrei.

A 24 anni perde la madre morta suicida; a 27 anni perde il padre, a causa della tubercolosi.

La madre ebbe un rapporto amoroso con il suo istitutore, relazione di cui Reich fu spettatore con un’intensa attivazione emotiva ed erotica.

  • Sessualità e psicopatologia

Secondo Reich, l’eziologia di qualsiasi disturbo psicopatologico sta in un disturbo della sessualità genitale indotto da un’educazione sessuale repressiva. Tale educazione repressiva infatti produce un’inibizione della potenza orgastica che porta all’impotenza orgastica, cioè un disturbo della sessualità genitale, cui è condannata la stragrande maggioranza degli individui.

Il concetto di “potenza orgastica” viene introdotto da Reich nel 1922, ampliato nel 1935 con la scoperta del riflesso dell’orgasmo e tradotto in una prospettiva biologica con la teoria dell’energia bionica o teoria orgonica nel 1939. Tale concetto non si riferisce solo alla funzione sessuale dell’individuo ma ad una più generale capacità di abbandono totale all’esperienza orgastica, senza alcuna inibizione, che consente all’individuo di accedere ad un sentimento panteistico di unione con la natura, una sorta di fusione cosmica in cui l’individuo si sente come parte del tutto, liberandosi da quel sentimento di estraneità ed alienazione della nevrosi.

Secondo Reich, l’inibizione della potenza orgastica è determinata da un’impostazione educativa autoritaria e repressiva che è funzionale solo al mantenimento della struttura economica e di potere dominante e che porta inevitabilmente alla psicopatologia.

Infatti, l’individuo che vive in un ambiente repressivo e autoritario, spesso subisce una condizione di repressione dello sfogo dei propri impulsi piacevoli e cioè una frustrazione delle sensazioni piacevoli connesse alla stimolazione orale, anale e genitale. Tale frustrazione precoce determina una reazione difensiva di collera e di paura del piacere, ossia una angoscia nevrotica del piacere.

La repressione degli impulsi emozionali piacevoli produce una serie di blocchi o ingorghi energetici ossia di accumuli energetici che si organizzano in una vera e propria corazza caratteriale e muscolare entrambe a scopo difensivo. In sintesi, blocco emozionale e blocco muscolare trattengono le energie dell’organismo la cui espressione è temuta perché potrebbe scatenare l’angoscia del piacere, instaurata al tempo dell’esperienza repressiva.

  • NEVROSI ATTUALI E PSICONEVROSI

Un’altra differenza tra Reich e Freud sta nella distinzione fatta da quest’ultimo tra “nevrosi attuali” e “psiconevrosi”, attribuendo loro diverse eziologie:

- le nevrosi attuali consisterebbero in un disturbo fisiologico causato da cattive abitudini sessuali, come il coito interrotto o un’eccessiva o insufficiente masturbazione.

- le psiconevrosi invece deriverebbero dalla rimozione di antichi conflitti infantili.

Le prime vanno trattate modificando le cattive abitudini sessuali, le seconde con un trattamento analitico vero e proprio. Tuttavia, nella pratica clinica, per spiegare una nevrosi attuale, spesso era necessario ipotizzare l’esistenza di un conflitto interiore che ne era alla base, e cioè spesso la nevrosi attuale era la manifestazione sintomatica di una psiconevrosi.

Reich invece sosteneva che alla base di tutte le psiconevrosi è il blocco dell’energia sessuale che si verifica nella nevrosi attuale.

  • CRITICA

Il limite principale della teoria di Reich consiste nell’aver ignorato la complessa sovrastruttura psicologica che nell’uomo è andata ad arricchire un istinto sessuale presente in tutte le specie animali. La sessualità della concezione reichiana è descritta nei termini dei parametri neurovegetativi utilizzati nelle definizioni fisiologiche dell’orgasmo. Essa è ridotta a un’attività riflessa ed involontaria con abbandono della vigilanza, a un’esperienza di profonda immersione nel vissuto corporeo. La dimensione psicologico-relazionale invece è del tutto omessa nella sua teoria.

E’ legittimo chiedersi se la sessualità umana non si distingua in modo caratteristico proprio per il suo andar oltre la pura naturalità: il concetto reichiano di sessualità genitale, la sessualità tipica dell’individuo sano che consiste nella capacità di scaricare senza alcuna inibizione l’eccitazione sessuale accumulata, attraverso contrazioni piacevoli e involontarie del corpo, priva la sessualità umana della complessità emotiva che inevitabilmente la connota.

  • SOCIETA’ IDEALE

Nella società ideale che egli immagina, l’individuo non avrebbe bisogno di un’imposizione di regole morali a garanzia del rispetto reciproco, perché ciascuno troverebbe già in se stesso, nella morale “naturale”, il principio di un’armoniosa convivenza.

Secondo Reich, se la società proponesse regole più permissive e non repressive della potenza orgastica e cioè della naturale capacità autoregolativa dell’organismo, non sarebbe necessaria l’imposizione di una moralità coatta, perché in tal modo scomparirebbero le perversioni, la violenza sadica e l’atteggiamento masochistico. Anche il complesso edipico non verrebbe più a svilupparsi, contestando in tal modo la presunta universalità del complesso edipico freudiano. Infatti, in una società ideale che non ostacola la sessualità infantile, i bambini possono tranquillamente dedicarsi a giochi genitali con le proprie coetanee e ciò porterebbe a non sovraccaricare di desiderio la rinuncia al corpo materno.

Pur dovendo il bambino rinunciare al desiderio per il corpo materno, potrebbe tranquillamente e senza impedimenti repressivi, soddisfare i propri impulsi autoerotici senza assurde colpevolizzazioni e potrebbe dedicarsi liberamente a giochi genitali con le sue coetanee.

Anche il concetto di istinto di morte elaborato da Freud viene messo in discussione. Reich abbandona del tutto l’ipotesi di una distruttività costituzionale dell’essere umano ed afferma la natura secondaria di ogni comportamento antisociale facendolo risalire a forme difensive sviluppate dall’Io a causa di un’educazione repressiva e autoritaria. Le pulsioni distruttive generano quindi da un istinto sessuale non soddisfatto a causa della repressione sessuale attuata in virtù di un modello sociale finalizzato agli interessi della classe al potere. Reich osserva come la società attuale fosse portatrice di un insieme di norme sociali volte alla repressione della capacità orgasmica sostenendo che è proprio attraverso la mortificazione sistematica di una sessualità libera e naturale che l’economia capitalistica persegue i propri fini di manipolazione e asservimento dei ceti più deboli. Infatti, attraverso la colpevolizzazione del piacere sessuale, si modificano anche la capacità di provare piacere e la spinta all’autoaffermazione: da tutto questo deriva un indebolimento dell’autostima e della capacità di iniziativa e di ribellione.

Reich critica anche l’ipotesi freudiana in base alla quale la civiltà e il progresso culturale sono dovuti ad un processo di sublimazione di parte della libido a seguito della rinuncia al soddisfacimento pulsionale. Infatti, mentre Freud sosteneva che l’ammontare affettivo delle pulsioni non soddisfatte poteva essere sottoposto al processo di sublimazione per il perseguimento di fini socialmente utili, secondo Reich le energie represse non danno origine ad azioni creative o costruttive sia sul piano collettivo che su quello individuale. Al contrario la frustrazione porta ad una vera e propria atrofia dello spirito di iniziativa. La rinuncia libidica quindi è alla base di tutte le psicopatologie e di molte malattie somatiche come i tumori.

L’energia sessuale è l’energia biologica ed ogni suo diverso impiego deve essere visto come una deviazione dal suo corso naturale.

Reich sostiene la natura fondamentalmente positiva dell’uomo, ritrovandola in quei pochi individui che possiedono ancora una sessualità naturale, e cioè un carattere genitale.

  • ANALISI DEL CARATTERE

L’analisi del carattere costituisce l’aspetto del pensiero Reichiano più fecondo sul piano della vera e propria pratica terapeutica.

Reich riprende il concetto freudiano di “nevrosi caratteriale” e di “resistenze caratteriali”.

In generale, la nevrosi caratteriale differisce da altri quadri nevrotici per il fatto che essa è apparentemente asintomatica. Infatti, essa è riconoscibile dal fatto che il disagio viene negato attraverso tutta una serie di razionalizzazioni o sdrammatizzato come aspetto di un più generale “modo d’essere” ed in cui l’assenza di sentimenti angosciosi è dovuta alla formazione di tratti caratteriali compensatori (corazza caratteriale), che a loro volta danno origine a stili comportamentali: atteggiamenti posturali tipici, modalità ricorrenti di relazione con l’altro (in analisi il transfert), stereotipia comportamentale, che sono delle vere e proprie resistenze e che quindi (al pari dei sintomi nevrotici di altri quadri nevrotici) svolgono una funzione difensiva elaborata dall’Io per far fronte agli impulsi contrastanti tra Es e realtà esterna. Tanto la stereotipia comportamentale quanto il sintomo consentono una deviazione ed un assorbimento dell’angoscia legata al conflitto infantile rimosso.

Un esempio di questo tipo di nevrosi è la così detta “nevrosi asintomatica”, in cui lo sviluppo di un’armatura caratteriale serve da contenitore alla propria angoscia, limitandone la manifestazione.

Anche la nevrosi caratteriale è una condizione di equilibrio che, per quanto patologico, rappresenta l’unica strategia di sopravvivenza nel quotidiano conosciuta dall’individuo che soffre.

Diversamente da Freud che contrappone le nevrosi caratteriali a quelle che presentano sintomi conclamati, Reich sostiene che le nevrosi caratteriali sono la base comune di qualsiasi quadro nevrotico in quanto non è verosimile sostenere che dei sintomi possano esistere isolatamente da una struttura nevrotica complessiva, da lui individuata appunto nella nevrosi caratteriale.

Sul piano terapeutico, tale teoria implica una priorità dello svolgimento preliminare di una analisi caratteriale finalizzata all’eliminazione delle resistenze caratteriali attraverso la coscientizzazione del paziente della propria “corazza caratteriale”, delle difese dell’io che si manifestano in stereotipie comportamentali e in ricorrenti modalità relazionali con gli altri. L’analisi caratteriale ha quindi la funzione di eliminare o indebolire le difese dell’Io, condizione necessaria per accedere all’analisi dei contenuti (conflitti rimossi alla base della nevrosi caratteriale) attraverso l’interpretazione delle libere associazioni e dei sogni, non solo sotto il profilo intellettuale ma soprattutto su quello affettivo.

Il concetto di corazza caratteriale è assimilabile a quelli che poi sono stati definiti disturbi di personalità, ossia delle modalità pervasive, rigide e disadattative di rapportarsi alla realtà.

L’analisi del carattere era finalizzata al ripristino del riflesso dell’orgasmo, tuttavia gli analisti la hanno utilizzata per obiettivi diversi.

  • VEGETOTERAPIA

Reich riteneva che le attività del parasimpatico fossero legate al piacere e che quelle del simpatico fossero legate all’angoscia. La terapia era rivolta a liberare le energie del parasimpatico represse dal simpatico. In tal modo l’individuo riacquista la piena funzionalità del riflesso dell’orgasmo e può accedere al sentimento panteistico di unione con la natura che lo libera dalla nevrosi.

Sia sul piano teorico che clinico la vegetoterapia rappresenta un’evoluzione dell’analisi del carattere che era stata concepita per favorire il ripristino del riflesso dell’orgasmo, come la vegetoterapia.

Secondo Reich la nevrosi non si manifesta soltanto attraverso il disagio psichico, ma anche attraverso l’alterazione dell’omeostasi fisiologica dell’organismo. Parallelamente alla “corazza caratteriale” se ne sviluppa una funzionalmente equivalente detta “corazza muscolare” (modalità posturali, stereotipie espressive) che consiste in ipertonie muscolari a carico di svariate parti e organi del corpo.

Tale tensione corporea è l’espressione fisica dell’attività psichica inibitoria nei confronti della pulsione rimossa. Sul piano terapeutico ciò implica che se il terapeuta incontra difficoltà a indebolire la corazza caratteriale del paziente (le difese), esso può intervenire direttamente sul corrispondente atteggiamento somatico (e viceversa), semplicemente rendendo consapevole il paziente della natura coatta dell’espressione facciale, della contrattura addominale o pelvica ecc., liberando in tal modo l’energia bloccata e facilitando l’accesso alla coscienza del conflitto rimosso.

La terapia che interviene direttamente sul corpo è una via più breve ma altrettanto efficace poiché aggira la costellazione psichica dell’ammontare affettivo, ossia il contenuto inconscio rimosso, liberandolo ancor prima che affiori il ricordo (ciò che determinerebbe un rafforzamento delle difese); «..in moltissimi casi un freno psichico sparisce solo con l’allentamento diretto della tensione muscolare corrispondente..».

Solitamente nelle terapie condotte da Reich, i pazienti che erano impegnati nella modifica della postura corporale corrispondente ad un aspetto della corazza caratteriale, manifestavano sensazioni di dolore espressione della sofferenza psichica prodotta dall’allentamento delle resistenze. Superata questa fase i pazienti riferivano sensazioni piacevoli, spesso erotizzate, come preliminari al ripristino del riflesso dell’orgasmo.

Questo tipo di intervento sul paziente ricorda molto le tecniche di rilassamento e il training autogeno, che tra l’altro si diffondevano proprio negli anni ’30 ad opera di Schultz.

  • LA TEORIA ORGONICA 

Fra il 1935 e il 1939 Reich credette di aver scoperto l’energia materiale di cui sino ad allora aveva osservato solo un fenomeno nella funzione dell’orgasmo. Inizialmente ritenne che si trattasse di un’energia di natura elettrica, ma poi decise che si trattava di una forma energetica del tutto inedita, chiamata “energia orgonica”.

Reich postulò che l’energia orgonica cosmica si presenta sia sotto forma fissa strutturandosi nei così detti bioni che in forma mobile sotto forma di orgoni. L’orgone sarebbe osservabile al microscopio in forma di vescicola pulsante e cioè in cui vi è un’alternanza di espansione e contrazione. L’accumulazione di orgoni è all’origine del bisogno biologico di tutti gli organismi viventi della scarica orgasmica. L’impedimento di tale scarica (cultura repressiva) conduce a varie forme di patologie rientranti nell’ambito delle malattie psicosomatiche, tra cui il cancro.

L’energia orgonica può essere catturata e accumulata negli “accumulatori di energia orgonica”, scatole costituite da un involucro esterno di lana di vetro e da una superficie interna di metallo, simili a bare, in cui gli individui venivano posti per essere sottoposti agli effetti benefici della radiazione orgonica.

 

 

DROGHE E SOSTANZE